Un insediamento preistorico sui Monti Sabini

 

   Nella parte meridionale dei Monti Sabini, tra il monte Ode e le pendici del monte Tancia, si trova l'unico punto che permette il passaggio dal bacino della conca reatina sino alla valle del Tevere. Proprio questa zona è ricca di testimonianze protostoriche risalenti alla media età del bronzo ( 1700 - 1350 a.c. ).

   Dopo accurate ricerche nella stessa zona e in particolare verso sud, nel territorio del comune di Salisano, sono stati rinvenuti su un vasto pianoro a quota 950 m. s.l.m., alcuni utensili in selce la cui datazione potrebbe risalire al Paleolitico Superiore. I numerosi oggetti litici sono stati ricavati da banchi di selce che affiorano dal terreno e da filoni presenti all' interno di una grotta posta leggermente al di sotto del pianoro.

 

strumenti

     Il quantitativo di selce che affiora sia sulla superficie del pianoro sia all' interno della grotta deve essere stata non solo una fonte inesauribile a cui attingere, ma anche una vera e propria materia di scambio. La grossa quantità di scarti di selce indica una permanenza sul posto prolungata da parte di  individui che eseguivano anche la sgrossatura della selce  per ragioni forse di trasportabilità.

    Il pianoro venne utilizzato nel paleolitico superiore da gruppi di cacciatori-raccoglitori, al fine di poter seguire e prevenire gli spostamenti animali. E' probabile  che l'utilizzazione di questa area sia avvenuta solo durante il periodo estivo dato che le condizioni climatiche erano molto rigide a causa della glaciazione wurmiana.