I cunicoli di drenaggio |
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Quando nel 290 a.C. Manio Curio Dentato conquistò definitivamente la Sabina, ci fu una progressiva assimilazione ed integrazione dei sabini da parte dei romani. Nello stesso anno della conquista fu concessa ai sabini la cittadinanza senza diritto di voto che nel 268 a.C. si trasformò in optimo iure. Oltre al conferimento della cittadinanza, una profonda riorganizzazione agraria modificò l’assetto territoriale della zona. Una parte del territorio fu confiscata, suddivisa in ager quaestorius, ed accaparrata dai ceti più benestanti. Un’altra parte del territorio rimase in mano dei sabini ed altra venne mantenuta come ager publicus. Un assetto territoriale che subì una profonda modificazione tra la fine del II secolo a.C. e gli inizi del successivo con la costruzione di numerose ville rustiche. |
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Oggi le evidenze archeologiche di epoca romana, come le epigrafi, i monumenti funerari o i resti delle ville rustiche, si trovano sparse su tutto il territorio sabino. Tra i comuni di Mompeo, Salisano e Montenero sono stati esplorati circa 30 condotti. Si tratta di cunicoli scavati direttamente nella breccia la cui altezza varia tra 1,40 e 1,80 metri, e la larghezza è compresa tra i 0,40 e 0,60 cm. I condotti hanno sezione ogivale e devono aver avuto molteplici funzioni: drenaggio del terreno, trasporto delle acque per l’irrigazione, raccolta di acqua e conduzione della stessa in determinati luoghi. Alcuni di questi ipogei sono rivestiti di una malta idraulica chiamata "cocciopesto". |
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Altri cunicoli sono stati individuati nei territori dei comuni di Passo Corese, Monteleone Sabino e Scandriglia. Le acque che vengono captate, drenate ed incanalate all’interno di questi cunicoli sono ancora oggi utilizzate per alimentare fontane ed irrigare orti e terreni. |
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