Immersione negli ipogei del Colosseo |
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Il sistema di captazione, adduzione e deflusso delle acque dell’Anfiteatro Flavio risulta estremamente diversificato e complesso anche in relazione ad un’area, quella dell’antico stagno Neroniano, che venne bonificata per la messa in opera del monumento stesso. Una serie di collettori anulari raccoglieva, ai diversi piani dell’Anfiteatro, l’acqua piovana e quella dei vari servizi convogliandola, mediante condotti fognari a percorso ellissoidale e piccoli inghiottitoi, al piano terreno. Da qui, grazie ad una doppia pendenza della pavimentazione, le acque di scarico defluivano sia all’interno, lungo i margini dell’arena, sia verso l’esterno dove erano incanalate in un fognolo anulare che le riversava al di fuori del monumento attraverso canali radiali e scarichi verticali, in quattro condotti ellissoidali situati a circa un metro dal primo gradino della crepidine. |
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Estratto da: Le cloache dell'Anfiteatro. C. Mocchegiani Carpano, in Roma Sotterranea, 1984. |
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I quattro cunicoli anulari esterni a loro volta erano collegati, mediante pozzi verticali profondi 8 metri, ad una cloaca più grande che circonda per intero tutto il monumento. La cloaca profonda ha andamento analogo a quello del collettore ellissoidale superficiale e vi si accede attraverso un tombino presente nel tratto terminale del criptoportico orientale. Il cunicolo, indagato dal Rosa nel 1874 risulta essere quasi del tutto sommerso. L’esplorazione della cloaca venne effettuata per la prima volta nel 1974 dall'archeologo dott. Claudio Mocchegiani Carpano con la collaborazione del geologo dott. Lamberto Ferri Ricchi.
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La volta è caratterizzata da blocchi di travertino contrapposti e la muratura laterale è in cortina laterizia. Uno spesso strato fangoso depositatosi sul fondo ne oblitera la pavimentazione. Dall’immersione effettuata dagli speleosub del gruppo Vespertilio all’interno del cunicolo per verificarne la situazione attuale e per acquisire la necessaria documentazione scientifica si è constatato che il livello dell’acqua si mantiene costante. Sono state effettuate anche alcune riprese video all'interno del condotto allagato; riprese successivamente montate ed inserite nel documentario di History Channel dal titolo "Roma, costruzione di un impero" andato in onda anche sul programma televisivo Atlantide. La progressione all’interno dello speco è resa quanto mai difficoltosa a causa della ristrettezza del manufatto idraulico mentre la visibilità è quasi nulla a causa del sedimento fangoso in sospensione. Procedendo verso nord, dopo una progressione di circa 15 metri la volta risulta crollata. Superato il sifone si raggiunge dopo pochi metri il pozzo verticale che comunica con il soprastante collettore ellissoidale. A causa di uno spesso deposito fangoso non è possibile procedere oltre.
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Lo speleosub Cristiano Ranieri all'interno del condotto allagato. Foto M. Ranieri, |
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Attraverso una stretta apertura sommersa con evidenti tracce di una chiusa sulle pareti laterali del condotto, in direzione dell’arena, si accede ad un tratto del cunicolo assiale orientale in parte allagato. Il canale venne realizzato con gettate di conglomerato cementizio e scaglie di leucitite. Lungo le pareti e sulla volta dello stesso sono ben visibili infatti le orme lasciate dall’armature lignee delle casseforme. Le misure del canale sono simili a quelle del condotto assiale occidentale. Si è costatato che, a seguito di abbondati precipitazioni meteoriche, le acque stagnanti all’interno del canale assiale orientale e del cunicolo anulare sono inoltre soggette a variazioni di livello. |
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