Anfiteatro di Trebula Mutuesca - Monteleone Sabino |
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A Monteleone Sabino, presso la valle denominata Pantano, si trovano i resti dell’imponente anfiteatro romano di Trebula Mutuesca. Le prime ricerche archeologiche nella zona vennero effettuate all’inizio del secolo scorso dal Guattani e vennero poi riprese, nel 1958 dagli archeologici F. Zevi, A. La Regina, F. Coarelli, M. Torelli. Dal 1998 sono riprese nella zona le ricerche e gli scavi del monumento. L’edificio, risulta in parte addossato alla roccia naturale ed in parte costruito in elevato. |
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Era possibile accedere agli ambienti ipogei tramite una galleria che correva lungo l’asse minore dell’edificio. All’interno di questa galleria sono stati scoperti due pozzi, profondi più di 6 metri, relativi al sistema idrico sotterraneo dell’anfiteatro. Dopo aver asportato i detriti dai pozzi sono stati individuati due grossi cunicoli, ancora attivi, relativi al sistema fognario dell’anfiteatro. Il Gruppo Vespertilio, coordinato dalla dott.ssa Giovanna Alvino della Soprintendenza per i beni Archeologici del Lazio, ha esplorato più di 130 metri di condotti sotterranei. Uno di questi si trova sul lato lungo dell’anfiteatro. L’andamento del cunicolo è curvilineo e segue l’anello esterno dell’anfiteatro. Il collettore anulare, a cui è possibile accedere attraverso una stretta apertura in prossimità del basolato romano, è stato esplorato per una lunghezza di 55 m. |
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Una frana in prossimità di un pozzo ostruito non permette di procedere oltre.La copertura del collettore è formata da tegole (bipedali) contrapposti, mentre la muratura laterale è costituita da un doppio filare di mattoni su cui poggia un opus reticolatum ed un ulteriore doppia fila di mattoni. A circa 4 metri dall’ingresso si trova l’innesto di un altro condotto. Si tratta di un cunicolo, lungo 30 metri, di scarico delle acque che venne utilizzato per far confluire una grossa quantità di acqua nel collettore principale attraverso una serie di docce e piccoli inghiottitoi verticali. |
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